sabato 10 novembre 2012

L'Albero della Vita


Vi sono molte versioni cosmiche dell’albero della vita, versioni assiro-babilonesi, egiziano-ebraiche, cabalistiche, risalenti a Pitagora e a Platone, ecc… ma con vari punti in comune.
Ogni versione è il risultato dell’utilizzo e della esperienza personale di ognuna di queste antiche tradizioni.

L’albero della vita rappresenta il sistema chakrico umano; perciò contiene in sé infinite possibilità di utilizzo ed è un meraviglioso strumento per liberarci dall’EGO, il nostro falso Sé, e dare spazio allo SPIRITO, scintilla divina che è al centro del CUORE e che se espressa porta nella vita di un uomo PACE, GIOIA, AMORE, RICCHEZZA, FELICITA’, POTERE DI CREARE!
In verità, l’anima è felice per il solo semplice fatto di esistere, di essere qui per apprendere, per sperimentare, per dare, per amare e servire!
Occorre un sereno distacco, che non vuol dire freddezza per vivere intensamente senza identificarsi con immagini di sé parziali e proiettate avanti o indietro nel tempo.
Vivere il presente, pienamente.
Non ci aiutano in questo le autogiustificazioni, le aspettative, le dipendenze affettivo-relazionali, i sensi di colpa, le paure, ecc.
Quando visualizziamo i chakra e l’albero della vita, dobbiamo pensarci come il centro di esso.
Bisogna evitare di visualizzare un’immagine troppo esterna.
Si tratta di vedersi luminosi, non di proiettare dinanzi a noi l’immagine di un corpo luminoso in cui dovremmo identificarci.
Meditare e praticare la visione dell’albero della vita
significa togliere i veli, che non ci permettono di vedere ed esprimere il nostro essere luminoso.
Questo significa cambiare la percezione di noi stessi, a livello fisico, emozionale, mentale e spirituale.
L’inferno e il paradiso sono nella mente.
Il pensiero influenza la materia e come esempio citiamo gli studi di Masaru Emoto sull’acqua, che mostrano attraverso la fotografia al microscopio elettronico di cristalli d’acqua, come le parole scritte sulle etichette dei recipienti ne influenzano la struttura.
Parole d’amore o di odio generano strutture o ne disgregano altre.
Persino l’acqua inquinata si purifica se le rivolgiamo parole benefiche e pensieri d’amore. Il principio di Talete, l’acqua come memoria informazionale, da cui e per cui prendono forma tutte le cose è più che mai attuale!
È quanto ritroviamo anche negli utilizzi dell’acqua in omeopatia.
Se vibriamo basso, ci trasformiamo in ricettori d’acqua altamente inquinati e inquinanti. Perciò bene-diciamo il cibo, l’acqua,bene-diciamo la parola con la quale chiamiamo tutto.
Nel Vangelo, Gesù dice che nulla di ciò che introduciamo nella bocca ha in verità il potere di contaminarci; piuttosto, è ciò che esce dalla nostra bocca, le parole, che ha questo potere contaminante.
Impariamo quindi a ripetere parole bene-dicenti, non dando forza alle parole male-dicenti, trasformandole, sostituendole.
Ricordiamoci che siamo luce e il mondo ci apparirà diversamente.
L’EGO, nella sua visione limitata, reagisce al mondo esterno, risponde a tutto ciò che di esso prende per una “provocazione”.
Questo ci fa soffrire. Più siamo “reattivi” più si abbassano le nostre frequenze energetiche, si oscura la luce.
Non essere “reattivi” non vuol dire non provare nulla, significa non dipendere dall’esterno.

Bene-dire sempre, comprendere anche chi si pone verso di noi in un modo che ci fa soffrire, e che in quel momento non può fare diversamente (“mettersi nei mocassini dell’altro”), perché è il nostro Maestro, lo specchio che riflette la nostra ombra, un’opportunità per modificare quella parte di noi che ha attirato il dolore e la sofferenza!



Fonte : www.strumentidiguarigione.it

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